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Senz’acqua, senza lavoro e senza treni con il progetto di spostamento a monte della ferrovia nel Ponente ligure

Assurge sempre di più all’onore delle cronache la situazione di grave carenza idrica nel Ponente savonese, con numerose località afflitte dal problema (si pensi a Zuccarello in cui sono dovute intervenire le autobotti) e l'avanzamento del “cuneo salino” nell’albenganese. Ma il resto della Regione sta meglio? L’arrivo di precipitazioni potrà temporaneamente alleviare il problema della crisi idrica, ma ci si dimentica - in preda ad altre emergenze - che siamo di fronte ad un’emergenza climatica mondiale, cui dovrebbe corrispondere adeguata pianificazione del territorio.

La realizzazione del nefasto progetto di spostamento a monte della ferrovia causerà danni irreversibili alle falde acquifere, e questa cosa è scritta nero su bianco nella stessa documentazione di progetto, dando prescrizioni di dubbia efficacia. Paradossale: mentre si aggrava sempre di più una crisi ambientale, una parte della politica vorrebbe portare avanti un progetto che aggraverà la situazione: un futuro senz’acqua grazie al progetto di spostamento a monte della ferrovia!

E la perdita delle falde non potrà che comportare ricadute deleterie al comparto agricolo, il quale ha già espresso con chiarezza la sua contrarietà a questo progetto, rimarcando anche come il consumo di suolo - con ettari ed ettari di territorio persi - porterà danni per cento aziende, con conseguenze dal punto di vista occupazionale. Insomma, un futuro con ancora meno lavoro grazie al progetto di spostamento a monte della ferrovia.

Che poi questo progetto abbia conseguenze negative anche sulla mobilità sostenibile, sugli utenti e sull’accessibilità dei territori è una cosa talmente evidente che sorprende doverlo ricordare. Ci chiediamo come qualche isolato politico possa ancora sostenere che il servizio migliorerà, a fronte peraltro del disastro già fatto nell’imperiese e del dato che sono gli stessi comitati di pendolari a contestare il progetto. Per concludere, un futuro con ancora meno treni grazie al progetto di spostamento a monte della ferrovia!

È questo il futuro che la regione e i suoi cittadini meritano? Senz’acqua, senza lavoro e senza treni?

Molta parte della politica parla di necessità di revisione del progetto. Ma non basta. Il progetto di spostamento a monte è un progetto sbagliato nei suoi presupposti, e va accantonato. E l’ultima cosa di cui c’è bisogno è fare in fretta e portare avanti comunque un progetto sbagliato, cercando di correggere ciò che non è correggibile.

Altro che commissariamento. Quest’opera andrebbe “decommissariata” e riportata sui binari giusti di un progetto impostato su corretti criteri ambientali, economici e trasportistici.

Bisogna dire un no a questo progetto, ma per dire invece un si:

1) ad un raddoppio ben più economico e funzionale che parta da quel 1/3 della tratta tra Loano ed Albenga già a doppio binario, che va salvaguardato;

2) alla messa in campo di quegli interventi infrastrutturali e tecnologici puntuali, fattibili già subito, come il ripristino dei binari di incrocio, l’adozione di nuove tecnologie di segnalamento e sicurezza (in via di adozione in altre parti d’Italia) e la realizzazione di sottopassi e sovrappassi;

3) al miglioramento “domani” del servizio, cosa che la Regione ha già detto non essere un problema di “binario unico” ma solo di risorse economiche. Sia la Regione a recuperarle ricontrattando economicamente il contratto di servizio con Trenitalia.

Giovedì 31 marzo 2022