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Se Associazioni e cittadini fanno ricorso contro il progetto di spostamento a monte, questo accade quando una parte della politica ligure è sorda e cieca (e non trasparente)

Non deve sorprendere che dopo decenni in cui associazioni e cittadini da ogni parte della regione stanno dicendo e scrivendo che il progetto di spostamento a monte della ferrovia nel Ponente è un progetto sbagliato per tutti, cittadini, utenti, pendolari, territorio, ambiente ed economia (proponendo scelte diverse e concrete su infrastrutture e servizio) a fronte di una “politica” refrattaria alla ragionevolezza si arrivi al passo di un ricorso al Presidente della Repubblica.

Cosa ha fatto questa parte della politica ligure in anni e anni in cui gli stessi fruitori del servizio dicevano che bisognava abbandonare un progetto che peggiorerà la vita degli utenti isolando i territori e invece bisogna ritornare a potenziare l’infrastruttura esistente, ricollocando i binari di incrocio, riprendere in considerazione il raddoppio in sede e potenziare - cosa possibilissima già adesso - il servizio?

Questa parte della politica ha continuato a spingere a Roma un progetto sbagliato (dicendo che che era chiesto dal territorio!) e a raccontare in un imbarazzante e trito copione di “grandi opportunità”, di “occasione storica”, di (inesistente) “alta velocità”, di “partito del no”, di “opera attesa da decenni”. Quella stessa politica che a fronte di un banale problema come un passaggio a livello non è stata in grado (o forse non ha voluto) risolvere il problema realizzando un altrettanto banale sottopasso!

E nel frattempo - come detto più volte da associazioni e comitati - il costo di questo progetto mostro è cresciuto dalla già elevatissima cifra di 1,5 miliardi ad almeno 2,15, ma probabilmente - come ammesso dallo stesso Commissario – a quasi 3 miliardi!

La Regione dovrebbe domandarsi come mai si accumulino sempre più in Liguria i ricorsi da parte di cittadini e associazioni che difendono l’ambiente e il trasporto pubblico, dal progetto di spostamento a monte al contratto di servizio ferroviario con Trenitalia 2018-2032, passando per il progetto degli assi di forza a Genova. Tutte scelte non solo sbagliate, ma in cui è mancata trasparenza verso i cittadini.

Non si è mai chiesta la Regione come mai sia sia arrivati ad una situazione in cui sono coloro che hanno a cuore ambiente e mobilità sostenibile e sono essi stessi utilizzatori del servizio a ricorrere contro le scelte sostenute dalla Regione? Nessuno dell’attuale amministrazione regionale si è fatta qualche domanda? Non è che questo sia la prova di una gestione complessivamente negativa della mobilità e dei trasporti, che è una delle competenze principali della Regione?

Quando “la politica” è sorda e cieca, o meglio una parte della politica ligure è sorda e cieca e non trasparente verso i cittadini, non rimane per cittadini e associazioni che ricorrere alla via giudiziaria.

Perché non è credibile ed accettabile che mentre ci sono spinte da parte della Regione per progetti miliardari che non hanno una giustificazione oggettiva e che non portano ad un miglioramento della vita dei cittadini, anzi la peggiorano, sia la stessa Regione che dice che mancano i soldi per servizi essenziali (non solo per il trasporto pubblico) e che mentre si narra di un futuro servizio meraviglioso - dilapidando miliardi – manchino poi le risorse per una una coppia di treni in più su una linea ferroviaria o per qualche bus in più per gli studenti e tutti gli altri utenti.