Vai al contenuto

Comunicato stampa Istanza di finanziamento del Comune di Genova per gli assi di forza del trasporto pubblico Sul tavolo del Ministero tutti gli elementi per bocciare la richiesta Per il bene della città WWF Genova Città Metropolitana, Fridays For Future, Comitato SìTram, Legambiente Liguria, Associazione Mobilita Genova e Famiglie Senz’auto Genova hanno inviato al Ministero Infrastrutture e Trasporti (MIT) il 5 Giugno 2020 dettagliate osservazioni relative all’istanza di finanziamento basandosi sulla documentazione inviata dal Comune di Genova nell’Aprile 2020 e pubblicata sul sito del Comune. L’analisi della documentazione non solo ha confermato in pieno la valutazione negativa già espressa dalle Associazioni a seguito delle osservazioni al PUMS (di cui la richiesta di finanziamento è un passaggio conseguente), ma ha messo in luce ulteriori gravi elementi negativi. Si sono evidenziate diverse carenze progettuali, tra tutte l’assenza di studi specifici sulla sostenibilità ambientale, la cui mancanza - con l’assunzione di benefici non provati - toglie solidità all’impianto della proposta e dovrebbe rendere di per sè il tutto meritevole di bocciatura. A ciò si aggiunge la generale inattendibilità degli esiti del modello di simulazione poiché non sono descritti adeguatamente i parametri utilizzati (si pensi ad esempio all’utilizzo indifferenziato di “protetto” e “riservato” riferito alle corsie dei bus o ai diversi valori di capienza attribuiti ai nuovi filobus) e per l’impossibilità di poter effettuare una ribattitura dei computi effettuati dai proponenti a causa della mancanza delle formule impiegate. Ma anche assumendo come attendibili le risultanze, viene clamorosamente mancato l’obiettivo di riduzione della CO2, che si ferma ad un misero -2%, come succede anche per il rumore e per tutti gli altri inquinanti. In questo contesto già di per sé negativo, si inserisce un progetto di trasporto pubblico locale (tpl) basato su un modello discutibile - sbilanciato sul sistema degli “assi di forza” - che dimentica del tutto l’importanza di un sistema a rete al fine di offrire un’offerta di trasporto pubblico adeguata ai bisogni dei cittadini genovesi. Un progetto, dagli intenti dichiaratamente economicistici, che ha il dichiarato obiettivo della riduzione di ben 1 milione di km di servizio/anno e che, coerentemente a ciò, prevede i tagli non solo al servizio “collinare” ma anche a linee importanti, introducendo un modello basato sulle “rotture di carico” (cioè gli scomodi cambi obbligatori di mezzo con attesa di altra linea), chiamato con una denominazione fuorviante “interscambio”. Conseguenza di questo sarà il peggioramento del servizio in termini di tempi di percorrenza, affollamento dei mezzi e scomodità di utilizzo, con conseguenze negative per tutta la città, da Voltri a Sampierdarena alla Valpolcevera passando per il Centro, Marassi, la Valbisagno e il Levante. Si vedranno linee tagliate, trasbordi obbligatori e linee di forza con indice di saturazione (cioè di affollamento dei mezzi) nelle ore di punta di oltre il 90%, con aumenti medi superiori al 15%. Quanto sopra dovrebbe portare secondo il Comune - cosa del tutto inspiegabile trovandoci di fronte ad un palese peggioramento del servizio - ad un aumento dei passeggeri e ad una riduzione degli spostamenti con mezzo privato motorizzato, che appaiono essere frutto di un conteggio più che opinabile. La scelta sbagliata del filobus per gli assi di forza è un punto di criticità evidente e non rimediabile della richiesta di finanziamento del Comune di Genova, ma va vista all’interno di un modello che è scorretto in sé. Non si può scindere cioè l’aspetto specificamente trasportistico del singolo vettore, già negativo di per sé, dal modello in cui si va ad inserire, figlio di logiche vecchie e deleterie che andrebbero completamente superate, che anche il tram al posto del filobus non sanerebbe. Va dissipato l’equivoco che finanziare il progetto presentato dal Comune di Genova sia comunque cosa positiva e che sarebbe uno “sgarbo alla città” non far avere il finanziamento. La nostra analisi ha potuto dimostrare - al contrario - che, a fronte di modestissimi vantaggi per l’ambiente e per la riduzione di CO2, il finanziamento del progetto determinerebbe un danno complessivo per il tpl genovese, per gli utenti, per la mobilità sostenibile e quindi per la città. Il tutto investendo 471 milioni di soldi pubblici: oltre allo spreco il danno. Da qui il nostro auspicio che la richiesta venga bocciata dal Ministero. Auspichiamo piuttosto che il Comune di Genova definisca un nuovo progetto ed istruisca una nuova richiesta di finanziamento (scadenza 31 Ottobre p.v.) finalmente improntata a criteri di mobilità sostenibile e realmente efficiente per il trasporto pubblico e quindi per i cittadini.

Il filobus gattopardesco e la burocrazia
La visita di un rappresentante del governo a Genova ha dato occasione al Sindaco Bucci per fare l’ennesima uscita mediatica, accusando il MIT di pastoie burocratiche perché non sono ancora arrivati i finanziamenti richiesti per il filobus.
Noi riteniamo che non si tratti di burocrazia ministeriale (che effettua verifiche a garanzia dei cittadini) ma di contenuti scorretti, e ribadiamo nuovamente che il progetto presentato dal Comune di Genova è un progetto sbagliato. Non si tratta solo del problema, importantissimo ma puntuale, legato alla richiesta di finanziamento fatta per un mezzo inadeguato (il filobus) invece che per un mezzo adeguato (il tram): è tutto l’impianto del progetto presentato al MIT che non sta in piedi ed è dannoso per la città.
Altro che “le cose belle che stiamo facendo” di cui parla il Sindaco. Il progetto presentato al MIT non ha in alcun modo come obiettivo quello di migliorare la vita dei genovesi, dando loro un trasporto pubblico migliore di quello attuale, ma solo quello del risparmio economico.
E’ infatti né più né meno che l’ennesimo intervento di taglio del servizio, questa volta travestito di “elettrico” ed ammantato di risibili cali di emissioni di C02, ma il risultato vero saranno mezzi ancora più “carro bestiame” dell’epoca pre-covid, taglio delle linee collinari, aumento di dispendiosi interscambi, attese alle fermate ancora più lunghe di quelle attuali e ulteriori “spezzatini delle linee” con una riduzione netta di ben 1 milione di km anno, che secondo il Comune dovrebbe avere come risultato - chissà come può essere possibile - mirabolanti aumenti del numero degli utenti e riduzione del traffico!
E tutto questo secondo le intenzioni del Comune dovrebbe essere finanziato dal governo per circa mezzo miliardo di euro? Spendere un bel po’ di soldi pubblici per avere un servizio peggiore dell’attuale e benefici ambientali modestissimi? Anche se fosse solo la burocrazia a bloccare tutto, la burocrazia andrebbe ringraziata.
Ma noi ci auguriamo che il MIT stia analizzando i contenuti e su questi dia una bocciatura alla richiesta del Comune di Genova, che non sarebbe un danno, ma anzi, un disastro risparmiatoci.
Ci permettiamo di rimarcare al Sindaco Bucci, che forse - invece di fare polemiche -dovrebbe chiedere scusa ai cittadini genovesi per aver detto per mesi che era stato presentato un progetto (necessario per avere il finanziamento) mentre era stata presentata solo un’istanza di finanziamento (da qui la prima bocciatura del MIT) e per non aver reso disponibile a tutti i cittadini quanto era stato inviato a Roma (cosa che hanno fatto tutte le altre città) al punto che - sempre per mesi e mesi - non si capiva cosa fosse stato richiesto dal Comune.
E se da aprile ogni cittadino genovese può finalmente vedere il progetto presentato (molto tempo dopo quanto era stato affermato dal Sindaco)è solo perché il MIT ha imposto al Comune la trasparenza. Se non fosse stato per il MIT, il Sindaco che parla di “burocrazia che ammazza” avrebbe mai permesso ai suoi cittadini di valutare in piena trasparenza l’operato della Amministrazione? Oppure persino la doverosa trasparenza è anch’essa burocrazia per il Sindaco?

Ecco il link del Comune di Genova da cui si può scaricare la documentazione messa a disposizione dei cittadini (su sollecitazione del Ministero): https://smart.comune.genova.it/contenuti/progetto-di-fattibilit%C3%A0-tecnica-ed-economica-il-rinnovamento-del-sistema-del-trasporto

Il materiale è comunque scaricabile dal nostro sito:

  1. Questa è una sintesi:
  2. Questa è la documentazione:

Il giorno giovedì 10 ottobre 2019 alle ore 10.30 si è tenuto l'incontro con la III Commissione consiliare - Regione Liguria.

Ecco il testo della memoria:

Il nodo ferroviario di Genova: considerazioni sull’opera

Una nuova infrastruttura che potenzi il trasporto su ferro è una cosa positiva. Ma è progettata bene? Non è possibile fare valutazioni tecniche senza dati reali. Si spera che pendenze, raggi di curvatura e capacità delle gallerie siano sufficienti a far transitare diverse tipologie di mezzi.
Alcune perplessità sorgono osservando comunque alcune scelte. Per esempio la Bretella da Voltri forse poteva innestarsi più a nord del Bivio Succursale e potere alimentare anche la linea per Genova Principe via Granarolo e quella per il Campasso.
Forse poteva essere raddoppiato il binario di raccordo Val Polcevera verso Ponente (cd curva Molini) e riconsiderare l’ attestamento a Sampierdarena, sui previsti binari tronchi, di alcune relazioni provenienti da oltregiogo, con l’introduzione di un’inopportuna rottura di carico e nell’ottica di un futuro sviluppo del traffico.
Affetto da gigantismo è la soluzione per gli Erzelli, dove resta aperto il problema di un collegamento ad alta potenzialità verso la collina dalla quota ove corrono la strada e la ferrovia. E’ la conseguenza di una scelta forzata che ha preteso di urbanizzare un’area con evidenti criticità. Una ulteriore perplessità è rappresentata dalla previsione di due stazioni a S. Fruttuoso in sovrapposizione e in concorrenza (metro e ferrovia urbana). Che senso ha destinare tanto danaro ad un doppione comunque decentrato?

Il materiale rotabile
Una parte importante ha inoltre il materiale rotabile. I recenti mezzi introdotti da Trenitalia tanto decantati al momento della presentazione per la loro modernità e per le prestazioni, sono poco capienti e di conseguenza soggetti a sovraffollamento dopo le prime fermate.
Paradossalmente, inoltre, Trenitalia, per risolvere i problemi dei ritardi, ha allungato i tempi di percorrenza delle tratte, con tracce orarie ridondanti, rendendo, per così dire, strutturale il ritardo per tutte le corse (abbiamo quindi a disposizione degli utenti mezzi dotati di buona accelerazione ma costretti a stare fermi nelle stazioni).
Il servizio e la mancanza di Politica del trasporto.
Ma la cosa che temiamo di più, e che vogliamo stigmatizzare, è l’ipotesi che è stata
ventilata, di limitare l’offerta di linee AMT come la 1 parallela alla linea urbanizzata,
asserendo che il treno possa svolgere egregiamente una funzione assimilabile a quella di una metropolitana, nell’ottica di economizzare le risorse. E’ una scelta sbagliata perché il servizio ferroviario è di un altro livello rispetto a quello urbano e anche di quello metropolitano e quindi i diversi vettori devono essere integrati come si fa ovunque.
Possibile che l’unica unicità di intenti tra Regione e Comune vada verso questo e non verso la ricerca di sinergie delle reti urbane? La Regione possiede la leva finanziaria ma dovrebbe avere anche funzioni di coordinamento e purtroppo non è aiutata dal Comune che, per esempio, nel recente PUMS quasi non cita la presenza del servizio ferroviario. Inoltre appare troppo vincolante la sottoscrizione di
contratti di servizio a lungo termine con i gestori del servizio (l’attuale dovrebbe scadere nel 2038).
Noi abbiamo sempre sostenuto che le scelte devono andare verso l’utenza e non farsi distrarre da altre, scelte che dovrebbero andare verso un potenziamento dei posti di lavoro nel tpl e nei servizi.
Manca una strategia che oggi è ancora più drammaticamente necessaria. Le città liguri, Genova in primis, sono soffocate dal traffico e dal conseguente inquinamento e la ricetta non è costruire nuove strade che producono paradossalmente l’effetto contrario, ma far diventare il servizio di TPL di livello europeo. E’, infatti, una chimera inseguire il sogno dell’auto elettrica per i costi non sostenibili dalli cittadini e dalla comunità e i tempi di realizzazione.
Non si vedono all’orizzonte sviluppi per le batterie tali per cui non saranno necessari gli stalli elettrificati che devono essere costruiti a costi e in tempi enormi.
La ferrovia, e questo vale per tutta la Liguria, deve essere l’ossatura su cui si innestano le linee locali che devono essere sincronizzate negli orari e il più capillari possibile, lasciando al trasporto privato l’uso solo nei casi eccezionali (zone particolarmente disagiate, turismo, etc.) e lasciando spazio alla mobilità dolce.

Proposte
Per gli Erzelli valutare l’ipotesi di una cremagliera ad elevata potenzialità o di un tram se le pendenze lo consentono.
Per San Fruttuoso una unica stazione, quella ferroviaria, che non necessita di mettere fuori servizio le officine RFI e riconvertire le aree corrispondenti per consentire il passaggio della metro.
Coordinamento e sinergie tra le reti (tra Voltri e Caricamento, per esempio) e tra le Aziendeliguri, in primis tra Trenitalia, AMT e ATP.

Comitato SìTram Genova

Siamo ancora in attesa di conoscere il contenuto della richiesta al ministero dei Trasporti.

L'abbiamo chiesto a gran voce ieri nell'Evento presso il CRAL sel CAP, in Via Albertazzi, che, nonostante in concetto di trasparenza tanto sbandierato è ancora segreto.

Il sospetto è che si tutti i discorsi di riqualificazione legati al tram, sembrano stati improvviso nessi da parte.

Ancora una volta, la montagna ha partorito il topolino, anzi, in realtà c’è solo l’idea, neppure il progetto, di concepire un topolino piccolo piccolo che difficilmente riuscirà a vedere la luce considerata l’atavica incapacità di questa Amministrazione Comunale (la peggiore degli ultimi 50 anni in fatto di trasporto pubblico, e non solo) a mettere in pratica qualsiasi idea di miglioramento dei servizi nella nostra bellissima e bistrattata città.

Sono decenni che la Val Bisagno e tutta la città attendono una soluzione per il nostro sistema di trasporto pubblico, gestito con autobus vecchi, rumorosi e fortemente inquinanti. Siamo l’unica città europea superiore al mezzo milione di abitanti a gestire oltre il 90% del trasporto pubblico su gomma che peraltro porta ad una situazione finanziaria di AMT disastrosa.

Una prima parziale soluzione a questo tipo di problema fu individuata alla conclusione di un percorso partecipato di ormai 5 anni fa che individuò nel tram il sistema ideale per la Val Bisagno.

Perché il tram? Il sistema tranviario, nella sua versione più moderna, aiuta a risolvere i problemi di mobilità in quanto, all’assenza assoluta di emissioni inquinanti, aggiunge anche una grande capacità di trasporto migliorando altresì il confort di viaggio. Non a caso, il tram è presente con grande successo in ben 260 città europee con grande successo. Soltanto in Francia, negli ultimi 30 anni, sono stati investiti quasi 20 miliardi di euro per realizzare oltre 700 km. di tranvie in 28 città - utilizzate quotidianamente da quasi 4 milioni di passeggeri - che hanno cambiato radicalmente in meglio la mobilità urbana e la qualità della vita.

Della validità del tram si è finalmente accorto anche il Governo, che, nella persona del ministro Graziano Delrio, proprio nel DEF dei giorni scorsi si impegna a procedere con il piano delle infrastrutture metropolitane e tranvie.

Forse chissà, questa era la volta buona per andare a Roma a battere cassa, peccato che ancora una volta non esista non solo un progetto ma neppure un’idea per riportare il tram in questa città. Così, si procede per fantasiose innovazioni, le busvie diventano filovie, e persino funivie come se Molassana e Prato fossero località sciistiche di alta montagna.
Ancora una volta, dobbiamo ringraziare questa Giunta se la nostra città perderà l’ennesimo tram, quello sul quale sono saliti i fiorentini e i palermitani, quel tram che nel recente sondaggio di un’emittente televisiva locale ha trionfato con il 92% di cittadini genovesi favorevoli, quel tram che a Genova dovremo continuare a chiamare desiderio.

Per il Comitato Sì Tram - Fiorenzo Pampolini
Per Assoutenti - Furio Truzzi ed Enrico Pallavicini

Le risposte dei candidati alla presidenza

Nel mese di maggio 2015 i cittadini della Liguria sono chiamati alle urne per eleggere i propri rappresentanti al Consiglio Regionale ed il Presidente della Regione.
Abbiamo allora avuto l'idea di cercare di conoscere da parte dei diversi candidati alla Presidenza i rispettivi indirizzi programmatici per quanto riguarda il Trasporto Pubblico nella nostra regione.
Un tema di rilevante importanza in quanto, rammentiamo, il Trasporto Pubblico è la seconda voce di spesa del bilancio regionale, dopo la sanità, ed è la Regione ad avere la competenza e la responsabilità di assicurare ai cittadini la copertura per il Trasporto Pubblico di base, mentre compete ai Comuni solo l'integrazione per le specifiche esigenze dei territori.
In collaborazione con l'Associazione Metrogenova abbiamo quindi inviato un questionario su alcuni argomenti chiave del TPL ligure, con particolare attenzione, ma non solo, all'area metropolitana di Genova: gara regionale TPL, rapporti con Trenitalia, interventi sulle infrastrutture ferroviarie, a cominciare da raddoppio nel Ponente e nodo di Genova, scelta del futuro vettore per le direttrici di forza a Genova, ferrovia Genova Casella, priorità nei finanziamenti.
Il questionario è stato inviato a tutti quei candidati che, direttamente o attraverso la parte politica che li sostiene, sono rappresentati nelle Istituzioni locali o nazionali: Antonio BRUNO, Enrico MUSSO, Raffaella PAITA, Luca PASTORINO; Alice SALVATORE; Giovanni TOTI.
Di seguito potete leggere tutte le risposte pervenute sino al momento della pubblicazione; terremo aggiornata questa sezione del sito sino a due giorni prima delle elezioni.
Un ringraziamento a quei candidati che hanno voluto rispondere ed il rammarico per quanti non hanno potuto/inteso onorare questa richiesta.
Attendiamo i vostri commenti a fondo pagina!!

Ecco i pdf! (pagina in allestimento)

 

Antonio Bruno (L'Altra Liguria)

Scarica il documento

Enrico Musso (Liguria Libera)

Scarica il documento

Raffaella Paita (PD, Liguri con Paita, Liguria cambia)

Scarica il documento

Alice Salvatore (Movimento 5 Stelle)

Scarica il documento

L'Angolo dell'Amarcord
Inserisci e commenta le tue immagini d'epoca, i documenti storici, video youtube (link)!
Il Comitato si riserva di rimuovere i contenuti ritenuti inappropriati.

Istruzioni per caricare le foto
1) Clicca nello spazio riservato ai commenti
2) Connettiti ad uno degli account proposti
3) Clicca sull'icona "carica foto"
4) Carica PRIMA la tua foto (dimensione massima 2 MB) e SUCCESSIVAMENTE inserisci come commento la descrizione dell'immagine, citandone - ove possibile - la fonte
5) Clicca su "commenta come..."
6) Ricarica la pagina e controlla se la tua foto è visibile